Questa storia comincia quando Giancarlo Lanza, enologo, e Giulia Andreozzi, sommelier, rilevano nel 1989 una vecchia azienda agricola nel cuore della maremma toscana, precisamente nel comune di Scansano. I due sono animati da una grande passione per il mondo del vino, si mettono all'opera, ammodernano l'azienda originaria, innovano i sistemi di produzione e decidono di puntare fortemente su due fattori: biologico e tipicità delle produzioni. Nasce così "I Botri di Ghiaccioforte" dal nome della località dove sorge l'azienda, proprio di fronte all'abitato etrusco di Ghiaccio Forte. Dei sei ettari vitati complessivi, 4 sono coltivati con vitigni a bacca rossa: sangiovese per la maggior parte, ma anche prugnolo gentile, alicante e ciliegiolo; gli altri 2 con vitigni a bacca bianca: procanico, clone locale del trebbiano, malvasia e vermentino. Il risultato è la produzione di soli vini appartenenti alle doc caratteristiche locali e cioè Morellino di Scansano e Bianco di Pitigliano, tutti rigorosamente da agricoltura biologica certificata.Le degustazioni
Morellino Riserva Vigna I Botri 2004 (90/100)
Sangiovese 85%, Ciliegiolo 10%, Alicante 5% - 14%
Il Morellino Riserva Vigna I Botri fa una lunga macerazione sulle bucce, poi affina per più di un anno in botti di rovere di Slavonia. Si presenta con un colore rosso rubino pieno. Al naso è intenso e molto complesso con profumi che spaziano dalle note balsamiche, speziate, sottobosco, fino a una componente fruttata fresca (ciliegia) che sembra sottolineare la "gioventù" di questo vino. In bocca è aristocratico, di grande eleganza con una morbidezza veramente notevole che equilibra molto bene un tannino setoso di ottima fattura e la buona acidità e sapidità. Finale persistente che avvolge il palato accarezzandolo dolcemente e lasciando la bocca pulita. Buon potenziale di invecchiamento. Degno esponente della doc Morellino e garante della tipicità delle produzione italiche.
Il Ghiaccioforte Bianco di Pitigliano doc (2007) è un vino ottenuto da un blend di uve vermentino, ansonica, trebbiano e malvasia. Si presenta con una veste giallo paglierino tendente all'oro, con una bella luminosità. Naso intenso e abbastanza complesso: emergono delicate note floreali di fiori bianchi e gialli (ginestra) e una componente fruttata che regalano al vino una certa dolcezza intrinseca. In bocca è decisamente alcolico, ma con una buona morbidezza, veramente notevole, che ne equilibra l'acidità. Acciaio. Ho assaggiato in anteprima l'annata 2008, prima che venisse imbottigliato: ammetto che è assolutamente straordinario, colore brillante, profumi straordinari intensi e quasi varietali, e soprattutto un'eleganza degna di un grande bianco francese!!
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www.ibotridighiaccioforte.com
martedì 16 giugno 2009
lunedì 8 giugno 2009
Consumi di prodotti biologici
In periodi di crisi dei consumi come l' attuale i segnali in controtendenza vanno considerati con particolare attenzione. Perché sono questi i veri portatori di futuro. Soprattutto quando non sono supportati dalla leva del prezzo. Siamo in grado di anticipare un dato dell' Osservatorio sulla salute che verrà presentato a Bologna Fiere in occasione di Sana il prossimo settembre: gli italiani che dichiarano di consumare regolarmente cibi biologici passano dal 22% rilevato nel 2008 al 26% di quest' anno. Un aumento che assume un particolare significato anche alla luce del fatto che, per la prima volta, nell' ultimo anno si è fortemente risparmiato, riducendo gli acquisti, anche nell' alimentare. I prodotti biologici non sono solo in controtendenza in termini di vendite ma costano mediamente circa un quinto in più ed il consumatore di biologico non è particolarmente abbiente. Una ulteriore conferma del trend verso acquisti più consapevoli ed attenti ai temi della salute, dell' ambiente e della sostenibilità. E' da accogliere con soddisfazione quindi l' accordo firmato proprio in questi giorni dal ministro Scaiola con Federbio - la federazione dell' agricoltura biologica e biodinamica - per il sostegno all' internalizzazione delle produzioni biologiche italiane. L' Italia con circa 50 mila produttori - produttori sui generis con un' età decisamente bassa comparata al settore agricolo tradizionale, un elevato livello culturale e una forte utilizzazione delle nuove tecnologie e oltre un milione di ettari dedicati, è il primo produttore al mondo nell' agroalimentare biologico. Inizialmente l' accordo riguarda il potenziamento delle strutture commerciali nel Nord (negli Usa il mercato del biologico con i suoi 36 miliardi di euro assorbe poco meno della metà dell' intero valore del mercato mondiale) e del Sud America. Dovrà svilupparsi e coinvolgere poi l' intero bacino Mediterraneo. Ma quali sono i fattori di successo del biologico? La consapevolezza crescente dell' importanza del cibo per la salute. Il prodotto biologico rappresenta l' idealtipo del prodotto salubre, con esclusione di prodotti chimici di sintesi, l' uso esclusivo di fertilizzanti naturali, il bando degli Ogm. Intercetta inoltre una crescente sensibilità alle problematiche ambientali: è espressione di una agricoltura che non ha un rapporto predatorio con la terra, non la avvelena, si fonda su una rotazione delle culture, garantisce la biodiversità e usa tecniche agronomiche idonee. Ma anche, è una motivazione non da poco, gli alimenti biologici stanno delegittimando l' equivalenza tra il bello e il buono - una equivalenza che ha sinora oscurato la insipidità di fondo - frutto dell' omologazione dell' agricoltura industriale. Gli alimenti biologici freschi avranno forse meno appeal visivo ma sono percepiti come molto più buoni. Sarebbe opportuno adesso che il biologico iniziasse a sviluppare una comunicazione adeguata per intercettare e consolidare il vento che soffia nella sua direzione. Infine una domanda (im)pertinente: perché la grande industria alimentare italiana, che pure ha produzioni di qualità, non opera una decisa opzione per il biologico? - DI GIAMPAOLO FABRIS
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