domenica 18 ottobre 2009

La vendemmia di Arturo

Chi scrive ha appena finito di lavorare come raccoglitore stagionale d'uva, ovverosia vendemmiatore, assunto con contratto a tempo determinatissimo da un tizio con un cognome che è un pezzo da novanta nell'araldica dell'enologia italiana.

Alle sue dipendenze ho trovato un fattore tuttofare, qualche raro migrante, un gruppo di studenti e una folta squadra di amici miei, che col passaparola avevano invaso i filari del patrizio cultore di vitigni.

In extremis si è aggiunto un ragazzo polacco addetto alla raccolta dei cesti carichi d'uva. Sapeva dire in italiano solo “secchio!”, “basta!” e “vai!”, e via via che imparava una nuova parola assomigliava sempre più al povero Woytila.

Formata la squadra siamo entrati nella vigna del Signore. E qui cominciano le novità rispetto al passato. La vendemmia nell'era dell'intossicazione spettacolare è concepita come una sorta di Grande Fratello. Il fattore non è più un bruto che se ne va a giro con la roncola in cinta, pronto a sbudellare qualche ozioso operaio ingrato. É un aitante tamarro di mezza età che in comunicazione telefonica col Proprietario, rinchiuso nella villa aziendale, fa le nomination per la prossima fase del Reality. Così si decide chi se ne andrà dalla vigna, chi rimarrà nelle grazie del feudatario, chi ha diritto a rientrare a sporcasi le mani con gli acini di sangiovese dietro penitenza.

Il lavoro è strutturato con competenze diverse. Il trattore è manovrato da un trattorista e attraversa una coppia di filari. I vendemmiatori si dispongono nei due filari alla destra e alla sinistra del trattore e tagliano l'uva secondo le disposizioni ricevute: l'uva migliore senza acini marci va nel vino di qualità, quello dei ricchi; i grappoli secchi o muffati sono raccolti in un secondo momento, quando si macina il vino per i poveri. Dietro al trattore si muovono i due operai raccoglitori, che sistematicamente raccolgono i secchi carichi d'uva dalle mani dei tagliatori e li rovesciano nel carrello attaccato al trattore. Il fattore esercita a questo livello un'intensa attività repressiva. Di solito pattuglia i filari, verificando i peccati di omissione dei vendemmiatori e stabilendo le pene, che possono essere colpose o dolose.

http://www.carmillaonline.com/archives/2009/10/003214.html

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